Che le malattie dentali e gengivali dipendano dalla placca batterica e che una buona igiene orale dipenda dalla sua scrupolosa rimozione lo dicono quotidianamente gli spot pubblicitari di dentifrici, spazzolini e collutori.
La malattia parodontale, chiamata pure parodontosi o piorrea, è un'infezione batterica che danneggia il parodonto, ossia le gengive, l'osso e i tessuti di sostegno dei denti.
Essendo spesso indolore, ce ne si accorge solo quando gengive e tessuto osseo sono seriamente compromessi da portare alla perdita dei denti.
Visite di controllo regolari, permettono di fare una diagnosi precoce e di mettere in atto adeguate misure di prevenzione e di trattamento.
La causa principale della malattia parodontale è la placca batterica, una pellicola bianco-giallastra composta da batteri e residui di cibo, che, se non viene rimossa entro 24-48 ore si indurisce, calcifica, trasformandosi in una formazione calcarea ruvida chiamata tartaro.
La placca si rimuove con le giornaliere manovre di igiene orale domiciliare; il tartaro, invece, deve essere eliminato ambulatorialmente con specifici strumenti.
All'origine della malattia parodontale c'è quasi sempre una gengivite trascurata: i batteri della placca producono tossine che una volta penetrati in profondità, possono infiammare le gengive, l'osso e gli altri tessuti che circondano il dente.
La parodontite si sviluppa sempre da una preesistente gengivite, ma una gengivite non sempre degenera in parodontite.
La malattia parodontale è curabile, anche nelle forme più avanzate, purché s'intervenga prima che diventi "espulsiva" e che si porti via per sempre il nostro sorriso.
Altri fattori di rischio sono:
• Fumo: è uno dei fattori di rischio più importanti.
• Predisposizione ereditaria: c'è una predisposizione genetica allo sviluppo della malattia.
• Gravidanza: i cambiamenti ormonali possono rendere le gengive più deboli.
• Stress: può rendere più debole la risposta immunitaria nel combattere le infezioni.
• Farmaci : contraccettivi, antidepressivi possono influire negativamente sulla salute orale.
• Bruxismo: digrignare i denti può causare l'indebolimento delle strutture di sostegno.
• Diabete : può favorire lo sviluppo della malattia parodontale.
• Traumi ripetuti a carico di uno o più elementi dentari per occlusione errata.
• Manovre di igiene eccessivamente traumatiche (lesioni da spazzolamento).
DIAGNOSI DI MALATTIA PARODONTALE
Nella diagnosi di malattia parodontale, si valuta la presenza di placca e tartaro, se le gengive sanguinano, sono gonfie, se i denti presentano mobilità, se sono sensibili. Le radiografie possono aiutare a valutare la perdita di osso attorno ai denti, così come alcuni esami di laboratorio possono consentire una diagnosi di parodontopatia più attendibile.
Essendo la malattia parodontale una patologia cronica e indolore, i primi sintomi non sono molto caratteristici.
Potreste soffrire di malattia parodontale, se:
• Le gengive sanguinano facilmente, sono rosse, gonfie o sensibili.
• Le gengive sono scostate dai denti e presentano fuoriuscita di pus.
• Avete alito cattivo o sapore sgradevole persistenti.
• I denti presentano mobilità evidente.
• Le gengive si abbassano facendo apparire i denti più lunghi di prima.
• I denti cominciano a spostarsi creando spazi (diastemi) tra un dente e l'altro.
VISITA PARODONTALE
Consiste nell’ispezione delle gengive alla ricerca di eventuali segnali di sofferenza come arrossamento, tumefazione, retrazione. Successivamente si passa al sondaggio che costituisce il momento chiave della visita parodontale.
SONDAGGIO PARODONTALE
Nel nostro studio il sondaggio viene regolarmente eseguito su tutti i pazienti: è essenziale per distinguere la gengivite dalla parodontite.
Nel corso della visita parodontale una sonda graduata è delicatamente mossa lungo il bordo gengivale misurando in 6 punti diversi per ogni dente la profondità delle tasche gengivali. Se le gengive sono intatte, la profondità misurata sarà di 1-2 mm. Valori oltre 4 mm di profondità segnalano spesso una malattia già avanzata.
Viene usato un metodo di analisi e raccolta dati ottenuti dalla sonda chiamato "PSR" (Periodontal Screening and Recording) per mezzo del quale è possibile determinare lo stato di salute delle gengive.
Osservando il sanguinamento dopo il sondaggio si deduce il grado di infiammazione della gengiva e contestualmente si rileva la quantità di placca che ricopre la superficie del dente e la mobilità dentale. L’ultimo atto della visita prevede l’analisi della radiografia che, deve essere un esame endorale completo. In seguito alla visita, le misurazioni vengono inquadrate in alcuni indici che esprimono il quadro clinico.
Nascono così “l’indice di sanguinamento” e “l’indice di placca”.
INDICE DI SANGUINAMENTO
Misura la presenza di sanguinamento gengivale dopo il sondaggio (fino a 15 secondi dopo) e ci dice semplicemente se le gengive sanguinano oppure no. Viene valutato a tal proposito il sanguinamento prodotto dal sondaggio in quattro punti (vestibolare, linguale, interprossimale mesiale e interprossimale distale) della gengiva che circonda ogni singolo dente. L'indice di sanguinamento rileva, quindi, la presenza di infiammazione della gengiva.
INDICE DI PLACCA
Ci dice se la placca è assente (indice 0), se si può evidenziare con il passaggio della sonda (indice 1), se è visibile (indice 2), se è abbondante (indice 3). L'indice di placca viene registrato in 6 siti per ciascun elemento dentale: buccale, mesio-buccale, disto-buccale, linguale, mesio-linguale e disto-linguale. Le sei misurazioni rilevate vengono sommate e divise per 6 per ottenere l'indice di placca per singolo elemento.
L’INDICE DI MOBILITÀ DENTALE, invece, va da "1" a "3" a seconda che il dente sia “movibile” in direzione orizzontale per 0.2 - 1 mm (grado 1), per più di 1mm (grado 2), e se è movibile anche in direzione verticale (grado 3).
TEST PARODONTALI
Test microbiologico
Si esegue inserendo una punta di carta nelle tasche gengivali facendola bagnare dal fluido gengivale colonizzato dai batteri; successivamente un laboratorio provvederà a fornire un grafico da cui emerge la quantità e la qualità di batteri all'interno della bocca. Questo esame fornisce le informazioni necessarie per stabilire una terapia antibiotica specifica.
Test genetico
Stabilisce la predisposizione genetica di un individuo a sviluppare la malattia parodontale: consiste in un prelievo della saliva effettuato con un tampone, al fine di ricercare una sostanza, l'interleuchina 1alfa, associata costantemente alla presenza di lesioni parodontali gravi.
PREVENZIONE
Per prevenire la malattia parodontale:
• Spazzolare i denti correttamente dopo ogni pasto, usando un dentifricio a base di fluoro.
• Usare il filo o lo scovolino interdentale per rimuovere la placca tra dente e dente.
• Mangiare in modo sano ed equilibrato.
• Evitare di fumare.
• Fare sedute di igiene orale professionale con rimozione del tartaro sopragengivale (detartrasi) e visite dentistiche di controllo regolarmente (di solito ogni sei mesi).
Prevenire la malattia parodontale o trattarla fin dalla sua fase iniziale è il modo migliore per mantenere sani a lungo i vostri denti e gengive.
TRATTAMENTO
Il fondamento della terapia parodontale si basa sulla eliminazione meccanica della placca batterica. Lo scopo ultimo della terapia è quello di rendere l’igiene della bocca e dei denti facilmente mantenibile attraverso la semplice igiene domiciliare.
Possiamo individuare varie fasi e livelli di terapia.
1.Una prima fase, detta terapia iniziale, riguarda tutti i pazienti che si presentano alla visita. Essa consiste nella pulitura del bordo gengivale, nella lucidatura delle superfici dentali e nell’apprendimento delle corrette norme di igiene orale. Questa fase può essere sufficiente nei soggetti che presentano infiammazioni lievi come gengiviti.
2.Nel caso ci si trovi di fronte a malattie parodontali moderate o severe, questa fase verrà seguita da una pulizia più profonda, di solito sotto anestesia locale, detta levigatura radicolare.
3. Il terzo livello di intervento è la eliminazione per via chirurgica delle tasche e dei difetti ossei che non possono essere trattati con metodi conservativi. Anche in questo caso abbiamo a disposizione diverse soluzioni. A seconda delle indicazioni sarà possibile effettuare una terapia chirurgica rigenerativa, cioè in grado di recuperare in tutto o in parte il tessuto distrutto dalla malattia, o una terapia chirurgica resettiva che tende ad eliminare radicalmente le tasche ed i difetti presenti.
4. Il quarto livello di intervento è rappresentato dalla terapia di supporto o mantenimento. Questa fase è fra tutte la più importante e delicata. La mancata adesione alle norme di igiene domiciliare e una incostante presenza ai controlli professionali periodici possono essere causa della ricorrenza della malattia con conseguenze gravi per il mantenimento di elementi dentari compromessi.
Nel corso della seduta di igiene, si studiano le necessità del paziente: si esamina lo stato delle mucose orali, si valuta il livello di igiene, si verifica l’eventuale presenza di lesioni cariose o di elementi da sigillare preventivamente; si controlla lo stato parodontale, si motiva il paziente “mostrandogli” la placca evidenziata da una sostanza rivelatrice e lo istruisce nelle tecniche di igiene a lui più adatte.
Si procede, quindi, alla rimozione professionale di placca e tartaro sopra e, se necessario, sottogengivale. Si rimuovono le pigmentazioni estrinseche e si procede all’applicazione di fluoro o di altri prodotti per l’ipersensibilità dentale.
Placca e tartaro vengono rimossi sia con particolari apparecchi ad ultrasuoni, sia con strumenti manuali. Di norma, si consiglia di eseguire la seduta d’igiene due volte all’anno, ma sarà il medico a suggerire la cadenza dei richiami più adatta a ciascun paziente.
Il trattamento della malattia parodontale dipende dalla sua gravita. La prima fase di cura (terapia iniziale) mira a migliorare l'igiene orale del paziente. L'igienista rimuove tartaro e placche batteriche, lucida le superficie dentarie e impartisce istruzioni e consigli su come ottimizzare l'igiene orale quotidiana. Se il paziente collabora, già la terapia iniziale porta a un netto miglioramento delle condizioni parodontali.
1-3 mesi dopo la terapia iniziale, il paziente è convocato per un controllo con ripetizione del sondaggio parodontale. Se si verifica la persistenza delle tasche profonde, il prossimo passo terapeutico consiste nella levigatura sottogengivale delle radici: questa procedura di pulizia profonda (a volte detta anche curettage), include trattamenti di pulizia sottogengivale o scaling e levigatura radicolare o root planing.
Il numero di sedute necessarie per trattare la malattia parodontale, dipende dalla sua estensione e gravità; il trattamento è solitamente reso più confortevole da un'anestesia locale.
Pulizia sottogengivale o scaling
Consiste nel rimuovere placca e tartaro attorno e al di sotto della linea gengivale. Usando uno strumento manuale detto scaler e/o uno strumento ad ultrasuoni, placca e tartaro vengono accuratamente rimossi dalla tasca parodontale.
Levigatura radicolare o root planing
Consiste nel pulire e levigare le superfici della radice del dente, rimuovendone lo strato danneggiato dalle tossine batteriche derivanti dalla placca. Questo procedimento, favorisce il riattacco della gengiva alla superficie pulita e liscia della radice del dente e rende più difficile il nuovo accumulo di placca.
Dopo il trattamento di scaling/root planing, durante un appuntamento di controllo il vostro dentista, valuterà se le gengive sono guarite e le tasche parodontali diminuite: forme più gravi, con tasche molto profonde, potrebbero, infatti, richiedere ulteriori trattamenti, anche di tipo chirurgico.
TPS (Terapia di supporto parodontale)
Spazzolamento dei denti
Gli elementi interessati dall'intervento possono essere spazzolati con una manovra che miri alla rimozione della placca batterica che si accumula nel solco gengivale e, al contempo, provochi una riattivazione della microcircolazione.
Uso del collutorio
Durante il trattamento gli sciacqui vanno effettuati tre volte al giorno, per trenta secondi, dopo aver spazzolato i denti, senza diluire il collutorio, e senza risciacquare con acqua. L'ultimo sciacquo va fatto prima di coricarsi, lasciando così agire la clorexidina durante le prime ore di sonno.
Filo interdentale
Il filo interdentale rappresenta uno strumento fondamentale per l'igiene di quegli spazi che non possono essere raggiunti dallo spazzolino e che perciò ospitano e trattengono più facilmente la placca batterica.
Scovolino interdentale
Per scegliere lo scovolino interdentale piu’ adatto alle vostre esigenze, e la sua misura, osservate attentamente i vostri denti e stimate approssimativamente quanto sono larghi gli spazi dentali, poi considerare che lo scovolino deve penetrare dolcemente lo spazio toccando tutte le pareti con le setole.